Il cavallo ha una memoria piuttosto sviluppata, infatti ottiene dei buoni risultati se sottoposto a test di memorizzazione. Questa capacità è un vantaggio nell’addestramento, ma è anche uno svantaggio. I cavalli, come tutti gli animali, manifestano una spiccata abilità nel memorizzare esperienze negative anche a distanza di anni.
Un’altra difficoltà che può insorgere a causa di questa sua capacità è la rieducazione. I cavalli cambiano più proprietari nel corso della loro vita e quando gli viene insegnato uno stesso ordine, ma in modo diverso, può succedere che si trovi in difficoltà a eseguirlo con il nuovo metodo. Il cavallo si troverà dunque in una situazione di contraddizione tra quanto appreso e quanto gli viene insegnato. Questa contraddizione può portare a un regresso nelle abilità del cavallo e deve essere superata pazientemente dall’istruttore.
Il modo migliore per insegnare un comando a un cavallo è quello di associare ogni azione a uno stimolo (la pressione della gamba, la tensione delle redini, ecc…). Ad esempio: se si vuole che il cavallo parta da fermo, si proverà a frustarlo sul posteriore. A questo punto l’animale si sposterà per sfuggire al dolore e quindi si dice che l’azione è stata rinforzata. Egli ora sa che se vorrà fuggire dal dolore dovrà muoversi in avanti, quindi basterà soltanto alzare la frusta e portarla verso il posteriore per ottenere l’avanzata del cavallo.
In questo modo abbiamo creato un condizionamento: ogni volta che la frusta verrà portata al posteriore, egli avanzerà.
Tutto l’addestramento del cavallo si basa sul principio del rinforzamento dei comportamenti e sul conseguente condizionamento che se ne ottiene.