L’apparato tegumentario, costituito dalla pelle che ricopre e protegge le parti del corpo immediatamente sottostanti, può anche subire delle patologie di origine traumatica, un esempio lo abbiamo dalle ferite, fiaccature.
Le ferite si possono distinguere in: ferite da taglio, ferite lacere e ferite da punta.
Le ferite da taglio sono caratterizzate da dei margini netti della lesione e in genere sanguinano abbondantemente. La pulizia del taglio è opportuna ma non indispensabile in quanto in genere il sangue, che fuoriesce, pulisce automaticamente la ferita. In caso si volesse procedere a disinfettarla si dovrà evitare l’uso dell’alcol denaturato o la tintura di iodio, ovvero di sostanze che possono mortificare i tessuti vivi.
Dalle ferite lacere fuoriesce poco sangue e posso essere anche deturpanti con margini frastagliati ed irregolari. E’ indispensabile procedere ad un’accurata detersione, anche con piccoli getti di disinfettante.
Le ferite da punta sono le più pericolose per un’infezione tetanica, in quanto il “clostridium tetani” si sviluppa solo in assenza di ossigeno. Spesso tali ferite possono anche non sanguinare, essendo il loro lume particolarmente piccolo e di conseguenza è anche difficile disinfettare.
Le fiaccature sono delle lesioni cutanee dovute allo strofinamento dei finimenti e una volta guarite, a seconda della gravità, potrebbero crescere dei peli bianchi. In tali casi il riposo è la terapia migliore.
Le ragadi sono delle ferite che si verificano nelle regioni retropastorali degli arti del cavallo. Queste ferite, se trascurate, si possono infettare e provocare gonfiore del pastorale e quindi zoppia.
Le cause possono essere varie, ne sono un esempio la lettiera molto sporca, il pascolo in terreni umidi e fangosi, il non asciugare gli arti docciati quando le temperature sono rigide.
Tratto dal libro “L’equitazione e i suoi segreti” di Piero Acquaro