Il cavallo a prato passa la maggior parte del tempo a brucare: il suo stomaco è relativamente piccolo e non è quindi mai del tutto vuoto. L’acidità viene quindi tenuta sotto controllo e difficilmente sviluppa gastriti o ulcere che possono essere all’origine del tic d’appoggio.
Poiché non è un ruminante come la vacca, la pecora o la capra, ha lo stomaco piccolo ma un intestino particolarmente lungo dove avviene la degradazione della cellulosa di cui sono composte le fibre vegetali ad opera della flora intestinale e l’assimilazione dei nutrienti.
La soluzione migliore per nutrire i nostri cavalli è quindi lasciare loro a disposizione il fieno; sovente si regolano da soli, se invece continuano a mangiare con ingordigia è meglio usare una rete apposita in modo da farli rallentare.
Se c’è troppo fieno nell’intestino, avviene una fermentazione importante che può portare a coliche gassose.
Nulla del cavallo è intuitivo, la sua fisiologia ha caratteristiche particolari, è diversa dalla nostra e solo grazie all’approfondita conoscenza possiamo gestirlo nel modo migliore.
Di Thomas Abbondi