L’Asia è il continente più vasto del globo, estendendosi dal Circolo Polare Artico fino all’Equatore, con climi e terreni diversissimi. In questa area così estesa le razze di pony presenti sono numerosissime e complesse; emerge tuttavia un fattore comune a quasi tutte: l’estesa influenza della Mongolia, centro dell’evoluzione equina e habitat originario del Cavallo Przewalski, l’ultimo cavallo selvaggio primitivo. I suoi caratteri sono stati trasmessi a molti pony orientali tramite il suo diretto discendente, il pony Mongolo. Questo animale caratteristico, anche se poco attraente, occupa un posto di rilievo fra le razze di cavalli asiatici a causa della sua fortissima influenza su di loro. Il patrimonio genetico primitivo della razza lo ha infatti dotato di tenacia, resistenza e robustezza di gran lunga superiori a quelle di molti altri cavalli, a eccezione dell’Arabo.
La Mongolia possiede ancora il più alto numero di cavalli pro capite al mondo ma, nonostante la radice comune, possono verificarsi alcune variazioni nel tipo in seguito a condizioni climatiche e naturali diverse. Una piccola varietà di pony, alta circa 124 cm, predomina a sud del deserto del Gobi, mentre un tipo più grande viene allevato nella parte occidentale della Mongolia. Nelle aree centrali si trovano animali incrociati con il Don e il Trottatore Russo. Questi cavalli sono più grossi e veloci, ma mancano della resistenza e della tenace capacità a sopravvivere con razioni minime di cibo in condizioni climatiche severe, caratteristiche del vero Mongolo. Il pony è in grado di percorrere 80-95 km al giorno e può raggiungere i 190 km perfino su terreni molto accidentati. Le corse di cavalli costituiscono parte integrante dello stile di vita mongolo; le gare avvengono su distanze in genere fra 30-65 km.