E’ importate sin dall’inizio capire che tipo di cavallo si sta acquistando per avere un buon rapporto con lui e, inoltre, è di fondamentale importanza riuscire a interpretare il linguaggio del nostro cavallo. Questa esperienza può essere molto affascinate ma anche abbastanza complicata.
Per linguaggio si intende un insieme di segni in cui ciascuno ha un significato.
I cavalli quindi hanno un loro linguaggio che occorre cercare di interpretare se si vuole raggiungere una giusta affinità. I linguaggi del cavallo sono molteplici.
I linguaggi paraverbali, segnali che provengono dalle vie respiratorie, sono:
-lo sbuffo: ovvero mandar fuori violentemente l’aria, indica la presenza, percepita olfattivamente, di qualche oggetto interessante e, forse, potenzialmente pericoloso e serve per mettere sull’avviso gli altri cavalli, e spesso è associato alla posizione eretta della testa;
-il sospiro: indica la noia o la “seccatura” di dover fare qualcosa, infatti, solitamente, i cavalli sospirano quando vengono sellati o devono ripetere il medesimo esercizio più volte;
-lo starnuto: sembra che serva ad indicare agli altri cavalli il proprio umore e in particolare la propria intenzione di tenere un’andatura vivace.
Vi sono altri segnali oltre a quelli verbali. Vi sono anche quelli visivi, che sono rappresentati dalla mimica facciale e dai movimenti del corpo, e questi hanno un importanza superiore rispetto ai segnali vocali. Per esempio dalla posizione delle orecchie si possono capire diverse cose, come il loro stato d’animo.
Le orecchie erette e puntate in avanti, infatti, significano attenzione e determinazione. Questo atteggiamento si ha quando il cavallo esegue un lavoro o un esercizio che impegna la sua attenzione, e in questo modo dimostra anche la fiducia nel suo cavaliere.
Le orecchie distese all’indietro, invece, hanno il significato di minaccia e possono anche avere l’intenzione di “mordere o di calciare”.
Le orecchie puntate una in avanti e una all’indietro possono essere espressione di incertezza.
Ci possono essere segnali di minaccia come per esempio tenere la gamba posteriore leggermente sollevata in modo tale da essere pronto a scalciare.
I segnali quindi sono molteplici e occorre che il cavaliere cerchi quindi di capirli e intervenire nel miglior modo possibile per far si che il cavallo si senta a suo agio e quindi si riesca a costruire un buon rapporto di fiducia con lui.