La necessità di proteggere lo zoccolo di un cavallo, dall’usura dovuta all’attrito, si è avuta quando l’uomo ha iniziato a impiegarlo come mezzo di trasporto e di lavoro.
Le origini di questa forma di cura del cavallo risale all’epoca dei Romani che applicarono allo zoccolo una “solea ferrea” con dei legacci di cuoio annodati al pastorale. Da quel momento in poi l’utilizzo dei cavalli per attività ausiliari05 all’uomo si sviluppa sempre di più e in parallelo nasce anche la figura del Maniscalco che ormai oggi è diventata importante per ogni scuderia e un vero e proprio mestiere.
Esiste una grande distinzione tra “ferratura ordinaria” che viene effettuata ogni 30-40 gg, indipendentemente dall’eventuale perdita dei ferri, in quanto l’unghia continua a crescere e varia l’appiombo; “ferratura correttiva” l’applicazione dei ferri a cavalli con difetti di appiombi o di deambulazione; oppure “ferratura terapeutica” che ha la finalità di favorire la guarigione o migliorare il movimento. Un’ulteriore distinzione viene fatta in base alla temperatura con la quale il ferro viene applicato all’unghia: esiste la ferratura a caldo che consiste nel sovrapporre il ferro rovente sul plantare per farlo combaciare al meglio o quella a freddo, che è la più praticata, e consiste nel pareggiare il ferro allo zoccolo.
La ferratura è un momento molto importante nella gestione del cavallo e richiede anche una sorta di studio delle caratteristiche dell’animale o della funzione da lui svolta in modo tale da potergli fornire un valido sostegno, ma, se non fatto con attenzione, potrebbe portare anche dei problemi gravi per la deambulazione.