Una buona memoria permette all’animale di avere a disposizione un ottimo database di informazioni da cui attingere per risolvere i nuovi problemi che si presentano. Non è detto che buona memoria equivalga a una spiccata intelligenza, ma memoria ed intelligenza sono sicuramente correlate.
I cavalli sono animali dotati di ottima memoria e sono in grado di ricordare e riconoscere le persone, gli animali e i luoghi con i quali sono entrati in contatto positivamente.
La ricerca dell’etologo Carl Sankey dell’Università di Rennes, pubblicata sulla rivista Animal Behaviour lo ha riprovato.
Lo studio è stato condotto su ventitré cavalli. Avevano imparato un comportamento grazie al rinforzo positivo, messo in pratica da un’istruttrice, potevano ricordare i comandi appresi anche fino ad otto mesi dopo. Il ricordo non era correlato solo ad un rinforzo alimentare poiché i cavalli manifestavano grandi segni di affiliazione con l’essere umano.
Comprendono le parole e, in presenza di sensazioni positive, si ricordano dei loro amici umani dopo lunghi periodi di separazione e nella loro mente rimangono impresse strategie complesse di problem solving per dieci anni o anche più.
La buona memoria del cavallo, però, in alcuni casi può essere un problema.
Infatti un’associazione sbagliata effettuata dal cavallo o ad un trauma subito possono essere molto difficili da rimuovere.
Pertanto è bene che, sia in addestramento, sia durante la vita di tutti i giorni, chi sia avvicina al cavallo sia una persona preparata e che conosca l’animale.