Il cavallo può sgroppare in differenti modi: abbassando la testa e con le gambe posteriori piegate; con i posteriori estesi con un piccolo o grande calcio all’indietro; può essere singola, doppia o in fila; può avvenire, per esempio, nel bel mezzo di una corsa; con o senza movimento rotatorio.
Sue McDonnell, capo del dipartimento comportamentale equino presso l’Università di Medicina Veterinaria della Pennsylvania ha steso un suo “Etogramma Equino”. Paul McGreevy, professore presso l’Università di Sydney, descrive lo sgroppare, in controtendenza, come un comportamento agonistico, può essere dovuto da un evento che causi paura o da una fonte di disagio.
Quindi lo sgroppare è un comportamento naturale visto durante il gioco e può essere un mezzo per evitare qualcosa di spaventoso o che provochi disagio.
Può avvenire una tantum, ma può diventare problematico se è persistente, frequente o facilmente suscitato. Può diventare anche un comportamento appreso quando il cavallo riesce ad ottenere il risultato desiderato. In tal caso ci troviamo di fronte ad un rinforzo negativo cioè quando uno stimolo avversario viene rimosso.
Un cavallo può anche apprendere che mettendo in pratica questo comportamento può evitare l’attività che avrebbe preferito non svolgere.
Se un cavallo riceve costantemente segnali misti o viene allenato con rinforzo negativo e la pressione non viene rilasciata al momento opportuno potrebbe essere un meccanismo per sfuggire al disagio o dalla scorretta applicazione degli aiuti.
In ogni caso è necessario capire quale sia stata la causa che abbia portato a sgroppare per poter agire.