La laminite o podoflemmatite è una patologia che causa ischemia per rilascio abnorme di istamina la quale provoca una forte vasodilatazione periferica e aumento della permeabilità vasale. L’infiammazione delle lamine dermiche del piede del cavallo, è una tra le malattie più serie del cavallo. Gli anteriori sono colpiti più frequentemente, anche se non è raro che un cavallo ne sia anche affetto ad uno o ad entrambi i posteriori. È causa frequente di perdita del potenziale atletico o riproduttivo dei cavalli che ne vengono colpiti. Bisogna valutare i principali errori commessi. Innanzitutto è necessario prestare attenzione ai bruschi cambiamenti di alimentazione che possono portare ad alterazioni dell’equilibrio della microflora intestinale. Altro fattore determinante è una giusta percentuale, nella razione giornaliera, di fibra. La mancanza di fibra alimentare, nelle diete troppo ricche di concentrati, causa un rallentamento del transito intestinale favorendo la stasi con il pericolo di una moltiplicazione. La quantità di cereali può essere troppo abbondante ma anche più semplicemente mal distribuita nell’arco della giornata. Bisogna quindi razionare correttamente la distribuzione dei cereali in funzione dei reali bisogni energetici e sulla base del peso dell’animale, mischiando all’occorrenza i cereali molto fermentescibili con altri che lo sono meno. L’eccesso proteico comporta, in tutti i cavalli, un aumento proporzionale del catabolismo microbico azotato a livello dell’intestino crasso. E’ inoltre importante assicurarsi che l’alimento non contenga agenti vulneranti quali glumelle di cereali ad alto contenuto di silice, barbe di orzo ed avena, per evitare qualsiasi tipo di lesioni della mucosa gastro-enterica attraverso cui le tossine possano trovare un facile accesso al torrente ematico. Sotto questo punto di vista è importante un controllo periodico delle aree adibite a pascolo al fine di individuare ed eliminare tutte quelle piante infestanti che rappresentano un pericolo in caso di ingestione involontaria da parte del cavallo. Da non sottovalutare è l’ingestione di elevate quantità di acqua fredda, soprattutto nei cavalli accaldati da una lunga sessione di lavoro.
Da un punto di vista strettamente etimologico la parola laminite definisce uno stato di flogosi delle lamine del piede. Data la complessità dell’anatomia, della vascolarizzazione, della meccanica funzionale del piede equino, la definizione sopracitata risulta essere troppo semplicistica. Le cause di laminite sono tante e diverse tra loro, vascolari, tossicometaboliche, traumatiche, e in base alla loro gravità, alla tempestività dell’intervento terapeutico, alla risposta del paziente possono essere definiti tre stadi della malattia: laminite subacuta, acuta e cronica.
Recenti ricerche suggeriscono che la laminite è in realtà una malattia vascolare periferica che si manifesta con diminuita perfusione capillare all’interno del piede, shunt artero-venosi, necrosi ischemica delle lamine e dolore. L’affezione del piede è solo una manifestazione locale di un disordine metabolico sistemico che interessa l’apparato cardiovascolare, endocrino e urinario, la coagulazione del sangue e l’equilibrio acido-base.
La laminite, come già precedentemente detto, può essere distinta in tre fasi: una fase prodromica (detta anche subacuta), una acuta ed una cronica.
-Fase prodromica o subacuta: questa fase ha inizio quando l’animale entra in contatto con i fattori che scatenano i meccanismi fisiopatologici che causano la laminite. Questa fase precede la manifestazione clinica dei sintomi di laminite. Può durare dalle 8 alle 12 ore nel caso in cui sia stata causata dall’esposizione del soggetto alle tossine di un estratto di noce nera (Juglans Nigra) oppure dalle 30 alle 40 ore nel caso di eccessiva ingestione di cereali ad alto contenuto di amido (Pollitt, 1999). Durante questa fase, e prima della manifestazione clinica del dolore ai piedi, il soggetto spesso manifesta un problema ad uno o più dei seguenti apparati: gastrointestinale, respiratorio, riproduttivo, renale, endocrino, muscoloscheletrico, tegumentario o immunitario. Alterazioni multisistemiche in organi anatomicamente molto distanti dai piedi hanno come risultato che il tessuto lamellare dei questi ultimi viene esposto a fattori che portano alla separazione e alla disorganizzazione dell’anatomia delle lamelle (Pollitt, 1999). In alcuni casi non è possibile riconoscere una fase prodromica: l’animale infatti viene trovato direttamente in fase acuta. Questo sembra essere il caso dell’ingestione di foraggi verdi lussureggianti.
-Fase acuta: La fase acuta inizia con la comparsa della zoppia e si protrae per un periodo di tempo variabile a seconda dell’evoluzione e dell’eventuale rotazione della terza falange, diagnosticabile con un esame radiografico. Possono essere colpiti tutti e quattro i piedi ma più spesso sono colpiti solo gli arti anteriori. I sintomi più comuni sono il dolore intenso, l’aumento del polso digitale, che diventa duro, e l’iperemia dei piedi. Se il cavallo sopravvive si può avere un recupero apparentemente completo oppure la dislocazione della terza falange. Quest’ultima alterazione è caratteristica della laminite cronica.
-Fase cronica : E’ attualmente dimostrato e riconosciuto che il termine di laminite cronica (ed il suo sinonimo “rinfondimento”) debba essere riferito alla condizione in cui si osserva il collasso digitale qualunque sia la durata dei sintomi.
È importante rendersi conto che il processo di distruzione delle lamelle inizia già durante la fase prodromica, prima che sia evidente qualsiasi sintomo di laminite. Durante questa fase infatti i problemi che presenta il soggetto, come ad esempio casi di addome acuto, o di rabdomiolisi, o ancora di ritenzione di placenta, devono essere risolti urgentemente e sfortunatamente spesso non si pensa ai piedi fino a che non compare il dolore (Pollitt, 1999).