La doma è caratterizzata da diverse operazioni che hanno lo scopo di abituare il cavallo alla convivenza con l’uomo, di farsi maneggiare e governare, di portare la sella e i finimenti, di farsi cavalcare obbedendo alle azioni del cavaliere.
Esistono differenti metodi per addestrare un cavallo alla volontà dell’uomo. Il metodo della persuasione, praticato nelle scuderie da corsa, utlizza operazioni svolte con la gradualità necessaria per non provocare shock al giovane animale. Con i moderni sistemi di allevamento la doma è più facilitata rispetto al passato.
La doma inizia qualche giorno dopo la nascita quando l’allevatore mette la cavezzina al puledro.
La doma continua quando il puledro viene abituato ad uscire e a rientrare dalla scuderia con la madre condotto a mano dall’artiere; a farsi governare: ad alzare gli arti per le dovute attenzioni agli zoccoli, a farsi visitare e medicare,…
Il puledro apprende dalla madre nei primissimi mesi ed è importante come esempio per il futuro lavoro con il puledro senza l’utilizzo di metodi coercitivi. Fino allo svezzamento il puledro non si allontana dalla madre quindi portarlo in piccole escursioni sarà utile a togliere future paure.
All’arrivo del puledro vengono eseguite determinate operazioni. Viene effettuato uno shampoo con acqua tiepida e sapone o prodotti specifici perché lo sfregamento dei finimenti e la sudorazione non consentano ai germi, che si annidano nel folto pelo, di provocare eruzioni cutanee, abrasioni e piaghe. Il puledro viene poi sverminato e viene somministrato un leggero purgante perché il puledro che cambia ambiente, orario, lavoro e regime alimentare deve adattare il bioritmo alle mutate condizioni di vita. Viene poi analizzata la bocca e la dentatura per eliminare eventualmente i problemi in modo tale che il puledro accetti più volentieri il morso e che si adatti con maggiore gradimento.
L’artiere deve stabilire un rapporto amichevole con il puledro, fare movimenti circospetti e non improvvisi, avere la voce calma e pacata.