La zoppìa è un’anomala distribuzione del peso del corpo sugli arti con conseguente irregolarità di deambulazione. Esistono due tipi di zoppìe: se quelle “dolorose” scompaiono grazie all’uso di anestetici, quelle “meccaniche” no, perché causate da problemi neurologici, paralisi, malformazioni congenite. Un cavallo che soffre di zoppìa da dolore non può essere impegato nel lavoro, pena il reato di “maltrattamento degli animali”. Un’altra suddivisione di zoppìe vede quelle primare, quando la causa è nell’arto dolorantesar, e quelle secondarie, quando l’irregolarità d’andatura non è causata da un arto claudicante.
La zoppia può essere diagnosticata esclusivamente da un veterinario, il quale se ne accorgerà solo osservando il cavallo al trotto, ossia l’unica andatura che non muove l’incollatura (non basculata). Il cavallo che soffre di zoppia, per attenuare il dolore, sarà portato ad alzare testa e collo in funzione di bilanciere. Si può distinguere inoltre tra zoppìa alta e bassa, a seconda che interessi la zona della suola o del navicolare e zoppìa alta di spalla (molto rare).
Sebbene solo l’occhio esperto di un veterenario può diagnosticare con certezza la zoppìa in un cavallo, è opportuno che anche un cavaliere sappia come intervenire in casi di necessità. Per prima cosa vanno osservati eventuali aumenti di volume negli arti. Dopodichè si passa alla palpazione per scoprire eventuali aumenti di temperatura, consistenza e sensibilità. Infine è bene verificare l’eventuale presenza di qualche sasso incastrato sotto gli zoccoli del cavallo che può essere causa di traumi contusivi alla suola, le cosiddette “sobbattiture”.