Prima di pensare a saltare si deve aver acquisito una buona “aderenza” ed assetto alle tre andature, per poi sviluppare il proprio “equilibrio” su esercizi con barriere o cavalletti, che provocano variazioni repentine del nostro baricentro a cavallo. Nei predetti esercizi l’istruttore deve prestare attenzione ad eliminare ogni tensione compreso l’istinto della “prensilità, che ci induce ad aggrapparci dovunque per riequilibrarci in sella, solo in tal modo si riuscirà in un futuro salto anon appendersi alle redini per carenza di equilibrio. Passo successivo sarà quello di imparare ad “ascoltare e sentire” il movimento del cavallo senza guardare, contare ad alta voce i tempi di trotto e/o galoppo tra due barriere poste ad oltre 15-20 mt. e si riesce a distinguere il galoppo giusto da quello falso senza guardare l’anteriore. La capacità legata all’affinarsi del proprio “senso equestre” ci permetterà successivamente di essere “insieme” al cavallo durante il salto.
Le barriere da affrontare al galoppo creano nel binomio una simulazione di salto, senza la tensione legata all’altezza, e consentono al cavaliere di imparare a dosare l’impeto del cavallo conservando sempre il giusto ritmo e cadenza del galoppo.
Inoltre, bisogna ricordare sempre che il cavallo nel salto non deve essere anticipato nel movimento da quello del cavaliere.