Il Polo è un gioco di origine orientale, persiana o tibetana: la parola pulu in tibetano significa palla e la parola palas in persiano designa un particolare legno cui venivano fabbricate le palle.
In epoche lontane, nel Tibet giocavano anche trecento cavalieri in una sola partita, che si concludeva in una vera battaglia; in Cina il giocare bene a Polo era considerato un titolo di merito per accedere alla carriera di ministro. Questo gioco fu considerato anche come una scuola di coraggio e di prontezza dall’impertaore mongolo Akbar.
Il Polo si diffuse in Europa grazie agli ufficiali inglesi: lo videro giocare in India e lo introdussero nel Regno Unito nella seconda metà del XIX secolo. La prima partita in Europa fu giocata in Inghilterra nel 1869 e in Gran Bretagna il Polo toccò la maggiore popolarità, anche se il primo Club europeo fu fondato a Malta.
Il Polo è un gioco a squadre, composto da quattro giocatori. Il terreno di gioco è costituito da un rettangolo erboso, delimitato da un bordo di protezione. La partita è suddivisa in quattro tempi, detti chukkas, della durata di 7 minuti e mezzo ciascuno e i cavalieri possono cambiare cavallo ad ogni tempo. Vince la squadra che segna più goal, o meglio che riesce a spingere la palla nella porta avversaria, dove non esiste un portiere.
La palla è di legno e viene sospinta dai giocatori a colpi di mazza, quale deve essere impugnata obbligatoriamente con la mano destra.
Il Polo richiede diverse abilità da parte del cavaliere, tra le più importanti ricordiamo: un solido assetto, una completa padronanza del cavallo, leggerezza di mano, maestria nel maneggiare la mazza, tattica nel preparare il colpo e difenderlo dall’attacco dell’avversario.
Il cavallo deve avere coraggio e prontezza nel fermarsi e ripartire ed essere elastico nei movimenti.