Dai nostri antenati non ereditiamo solo caratteri fisici come colore degli occhi etc. ma anche tratti comportamentali e istintivi, che sono stati selezionati dall’evoluzione nel tempo.
Un esempio è la paura dei ragni e dei serpenti molto comune: gli ominidi primitivi che non avevano queste paure avevano più possibiltà di essere imprudenti e quindi meno possibiltà di avere discendenti. L’evoluzione funziona così e lo stesso discorso vale ovviamente anche per i cavalli.
Una pozza d’acqua fangosa per l’istinto del cavallo nasconde pericoli ancestrali e uno in particolare: quello dell‘agguato all’abbeverata. Perché in natura è proprio in questo momento che il predatore attacca!.
Non dobbiamo quindi stupirci se il cavallo ha questa inspiegabile paura della pozza fangosa anche se poi si butta nell’acqua limpida di un torrente. Se non vede cosa c’é sotto, il suo istinto grida allarme. Gli equidi suoi antenati che non avevano questa paura, avevano alte probabilità di finire in pancia al coccodrillo e quindi non avere discendenti.
Abbiamo quindi a che fare con paure irrazionali motivate dall’istinto, sono reazioni naturali ma profonde e vanno superate con molta calma e con molta attenzione. Il cavallo deve imparare, esattamente come noi, a gestire questo pericolo irreale e la cosa richiede tempo, tanto tempo. Ed è proprio il tempo uno dei due ingredienti indispensabili al cavallo, l’altro è la fiducia nel suo cavaliere.