I cavalli hanno una visione sia binoculare che monoculare, quest‘ultima gli consente una visione molto ampia di circa 160°/170° per occhio, ma non consente di valutare la profondità e quindi le distanze. Il cavallo usando la vista monoculare ha una visione panoramica con la quale può vedere su entrambi i lati, ma non davanti a sé, mentre con quella binoculare può vedere davanti a sé, ma ha una visuale molto stretta.
Il bulbo oculare del cavallo è il più grande di tutti i mammiferi, quasi il doppio di quello dell’elefante e più grande anche di quello della balena, ciò gli consente senza girare la testa una visuale di circa 350° e di avere una buona visione notturna. A differenza dell’uomo l’occhio del cavallo ci impiega più tempo ad adattarsi nel momento in cui si passa da una zona di luce ad una di buio.
L’acutezza visiva, ossia la capacità di vedere i minimi dettagli, è inferiore a quella dell’uomo, ma in compenso ha una spiccata sensibilità al movimento con circa 20-25 immagini al secondo, mentre l’uomo ne ha circa 15-18, per questo motivo il cavallo reagisce più velocemente ad un movimento improvviso.
Il numero inferiore di coni nell’occhio del cavallo permettono una visione dicromatica, che gli consente di vedere solo alcuni colori come il rosso, il blu, il giallo, l’arancione, ma probabilmente non distingue l’azzurro e il viola.
Tratto dal manuale “L’EQUITAZIONE E I SUOI SEGRETI” di Piero Acquaro