Il lavoro a volontà

Il lavoro a volontà offre la più completa e proficua applicazione dei principi dell’equitazione naturale e, per tale motivo, può essere svolto quando l’allievo ha già conseguito una certa solidità di assetto ed una certa padronanza del cavallo.
I cavalieri compiono gli esercizi già appresi cavalcando dapprima ad una sola mano ed alla stessa andatura e successivamente alle due mani e alle varie andature, secondo le prescrizioni date dall’istruttore e tenendo presenti le seguenti avvertenze: ad ogni angolo della cavallerizza si deve eseguire l’azione di redini necessaria per farvi entrare il cavallo; ogni volta che un cavaliere si trova dietro un altro, alla stessa andatura e cadenza e nella stessa direzione, ad una distanza minore di 4 o 5 passi, deve allontanarsene; fermare spesso il cavallo e fare, ogni tanto e secondo necessità, uno o due passi indietro; eseguire frequenti cambiamenti di cadenza sia al trotto che al galoppo; i cavalieri che stanno per incontrarsi devono tenere sempre la destra.
Un esercizio molto utile da far eseguire durante il lavoro a volontà è quello di dividere i cavalieri in due gruppi distinti coi numeri 1 e 2 e quindi ordinare i diversi movimenti prima ad un gruppo e poi all’altro gruppo. Con questa tipologia di esercizio, l’istruttore potrà controllare come vengono osservate le regole per far girare il cavallo, l’uso delle redini, le azioni delle gambe.

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