La parola gimkana è di origine anglo-indiana. Questo tipo di gioco fu portato in Europa nel XIX secolo dagli ufficiali dell’esercito che ritornavano in patria e segna la nascita dei giochi a cavallo dei Pony Club. Si tratta di competizioni divertenti che richiedono buoni doti di equilibrio, agilità, flessuosità e abilità nel controllo del pony. Fra quelli che si possono disputare in sella a un pony, i più noti sono: lo “slalom”, durante il quale il cavaliere deve zigzagare ad alta velocità attraverso una fila di pali; la corsa nei sacchi, in cui il giocatore deve contemporaneamente tenere il pony alla cavezza; la gara di equilibrio, che consiste nel condurre il pony mentre si corre sui pali distesi a terra; tutti i tipi di competizioni a staffetta. Nel gioco della bandiera i contendenti devono impossessarsi di una bandiera infilata in un secchio; in quello della spada devono invece togliere degli anelli da un palo infilandoli con una spada di legno; ci sono poi le gare in cui i bambini devono passare attraverso dei pneumatici. I pony che si utilizzano devono essere ben addestrati perché vengono guidati per lo più con una sola mano e devono essere veloci, ubbidienti e dotati contemporaneamente di un temperamento adeguato a giochi eccitanti tanto per il cavaliere che per il pony.
Nel 1957, con il patrocinio del principe Filippo di Edimburgo, fu promosso in Inghilterra un campionato di giochi ippici riservato ai Pony Club, ancora oggi chiamato “Prince Philip Games”. Squadre di tutto il paese gareggiano in estate per accedere alle finali, che si svolgono in ottobre a Londra, allo Horse of the Year Show. I giochi sono limitati a concorrenti al massimo quindicenni e a pony non più alti di 147 cm.
Alla fine c’è la Mock Hunt (la caccia simulata) che viene adattata ai vari livelli i competenza dei giovani partecipanti. Viene ideato un percorso comprendente un certo numero di ostacoli, concepiti in modo tale da poter essere aggirati se i cavalieri giovani, meno esperti, non se la sentono di affrontarli.
“La volpe”, un cavaliere competente, di solito un adulto, lascia una traccia di segatura o di trucioli di legno che viene seguita dai “cani” sotto la direzione di un “cacciatore-capo”. Sono seguiti dal “gruppo di cacciatori” finché la “volpe” non viene catturata in un luogo stabilito in precedenza.